I Dentuto sono villani di San Triggiano/Colagualano, le cui celebrazioni familiari si concentrano nelle chiese di San Gaetano e San Giuseppe.
I capostipiti sono Raffaele, morto nel 1798, e la moglie Maddalena Masiello, morta nel 1817 a 80 anni. I figli Pasquale e Vito sposano nel primo decennio del 1800 due sorelle di San Triggiano, Maria e Rosa Antonacci, figlie di Vito, villano, e Maria Giuseppa Crismai.
Pasquale Dentuto morirà nel 1843, la moglie Maria Antonacci nel 1848, entrambi cinquantenni.
Nel 1811 nasce Raffaele Dentuto, figlio di Pasquale e Maria Antonacci, che nel 1835 in Cattedrale sposa Maria Rosaria Cavone, sua coetanea di Colagualano, figlia del defunto Michele, contadino, e di Isabella Nacci. Pochi anni dopo le nozze Raffaele si impone nel mercato del lavoro come facchino, e questo gli consente di migliorare la sua posizione economica e sociale, in una città che vede nei facchini (o vaticali) quelle figure fondamentali per il trasporto e la vendita delle merci. “I vaticali si ritagliano un ruolo non solo nel trasporto delle merci ma anche nella contrattazione e nella fase di prima concentrazione e anche i facchini baresi hanno da giocare un ruolo non del tutto subordinato, in particolare nei riguardi di quei produttori che sono in grado di trasportare le loro merci in città e che si vedono offrire da essi servizi di senseria ben organizzati e in qualche misura istituzionalizzati” (da La “città del negozio”. Mercato, identità, poteri di Biagio Salvemini, pag. 310, in Storia di Bari nell’Ottocento, Laterza, Bari 1994).
Nel corso della sua vita Raffaele Dentuto sembra essere stato capace di incrementare le sue attività commerciali e anche le sue entrate, passando da facchino a industriante fino a risultare proprietario nel suo atto di morte, avvenuta ormai novantenne, vedovo, nel 1901 nella casa di via Prospero Petroni. Casa che viene lasciata in eredità ai suoi discendenti.
Non è un caso, quindi, che la vita dei suoi figli ruoti intorno al commercio. Il maggiore Pasquale, nato nel 1835, è un commerciante, definito prima traficante poi merciaio, sposa negli anni Sessanta del 1800 Carmela Zuccarino e i loro figli continueranno l’attività di merciaiuoli. Protagonista di un episodio di bancarotta semplice autodenunciata, come si ricava dal Corriere delle Puglie del 22 e 23 settembre 1889, muore nel 1922 nella casa di via Principe Amedeo. Domenico, nato nel 1843, al momento delle nozze con Antonia Cassano nel 1868 è commesso di negozio, ma presto diventa impiegato della famosissima ditta Marstaller; muore a 85 anni nel 1929 nella casa di via Manzoni con lo status di pensionato. Nel 1869 si sposano Michele, nato nel 1850, e Isabella, nata nel 1848. Il primo, negoziante, sposa Angela di Michele Traversa, un cognome di rilievo tra i negozianti baresi della metà del secolo XIX. Isabella sposa il bottaio Michele Minafra, e le loro figlie Maria e Angela sposeranno nel 1902 i cugini Pasquale e Girolamo Massari, figli della sorella maggiore di Isabella, Maria Dentuto, che a 17 anni nel 1862 ha sposato il muratore Saverio Massari. Isabella muore nel 1903 nella casa di via Sagarriga Visconti.
Maria Rosaria Cavone, moglie di Raffaele Dentuto e madre dei suddetti, nasce nel 1814 circa, ed è figlia del villano Michele, morto nel 1831 a 70 anni, e di Isabella Nacci, moglie di secondo letto, che muore a 85 anni nel 1861. I Cavone sono originari di Colagualano-Ronchi. Le sorelle maggiori di Maria Rosaria, Caterina, Angela, Maria Nicola e Serafina si sposano negli anni Venti del 1800 con villani della zona di Colagualano/San Triggiano. Caterina e Angela sposano i due fratelli Nicola e Giuseppe Calvani. Angela muore nel 1837 a 34 anni, mentre Caterina vivrà come domestica e muore a 72 anni nel 1878 nella casa di via Calefati. Maria Nicola sposa Vincenzo Scannicchio e muore nel 1847 a 50 anni. Serafina sposa Vito Cassano e muore nel 1902 a 96 anni nella casa di via Piccinni. L’unico fratello di cui abbiamo notizia è Domenico, villano, che sposa nel 1837 Porzia Bux, la quale muore a un mese dalle nozze e lui si risposerà nel 1840 con Teodora De Giosa.
Saverio Massari e Maria Dentuto
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