Nicola Colucci, figlio di Nicolantonio e Maria Pavia, nasce a Modugno nel 1782 circa, contadino, sposa tra la fine del 1817 e i primi del 1818 Caterina Macina, modugnese, nata nel 1787 circa da Nicola Francesco e Giacoma Lacalamita, contadini. Famiglia di braccianti agricoli, sopravvivono anche grazie al lavoro di filatrice di Caterina, e cambiano spesso casa, un’abitudine a Modugno, probabilmente legata anche al cambio di datore di lavoro.
Negli atti di nascita dei loro figli compaiono spesso nomi che li accomunano ai fratelli di Nicola, il che fa pensare che i Colucci siano una famiglia di braccianti che vive come famiglia allargata, in quanto la condivisione di case e beni era l’unico modo per sopravvivere.
La loro figlia primogenita, Maria, nasce nell’agosto del 1818 nella casa di Bisanzia Dentico in strada Pittassi e sposa a 17 anni nel 1836, mentre la famiglia vive in strada di Fuori, il 26enne Pietro Lo Guercio, contadino, figlio del fu Francesco e di Rocca Romita (omonima della zia della sposa). Dopo aver vissuto in strada la Piazza, Maria muore già vedova nel 1885 nella casa di Via Principe Umberto, donna di casa, testimone il cognato Donato Brancaccio, marito della sorella minore Maria Giacoma dal 1849. Maria Giacoma è nata nel novembre del 1824 nella casa di strada Li Vergini e muore nel 1896 nella casa di via Fondicello, casalinga; tra i dichiaranti della sua morte il figlio Francesco Brancaccio, vinaio, che dichiarerà anche la morte del padre, Donato, avvenuta nel 1906 a 81 anni, sempre nella casa di via Fondicello. La figlia minore di Nicola Colucci e Caterina Macina è Domenica Colucci nata nel 1835 sposa Savino Ciampaglia nel 1858 e muore nel 1908, a 73 anni: il marito è vivo, dichiara la morte il figlio Giuseppe Ciampaglia, contadino.
Un po’ più scapestrata per l’epoca la vita di Laura, il cui nome spesso viene confuso negli atti con Leonarda. Nata nel settembre del 1829 nella casa di Don Vito Romita sita in strada Cozzano, sposa nel luglio 1853 Nicola Tarantino, contadino di strada San Vito, il quale muore un anno dopo il 27 settembre del 1854 e ne dichiara la morte il cognato Pietro Lo Guercio, che nello stesso giorno dichiara la morte del suo figlioletto. Da Nicola Laura ha avuto nel maggio 1854 due gemelli Francesco e Nicola Vito: il primo morirà dopo 12 giorni, il secondo muore l’anno dopo. Probabilmente libera da ogni incombenza familiare, molto presto Laura instaura una relazione con il giovanissimo Raffaele Di Cristo, di dodici anni circa più giovane di lei, dal quale nel 1858 avrà Maria e nel 1865 Francesco, che verranno riconosciuti dal padre quando nel 1884 i due finalmente convoleranno a nozze. Laura a questa data ha 55 anni, Raffaele quasi dodici di meno: infatti quando è nata la loro prima figlia nel 1858 Raffaele doveva avere circa 15 anni. Chissà cosa li ha trattenuti dall’ufficializzare la loro relazione una volta che lui è diventato maggiorenne, anche in quel 1865 in cui è nato Francesco. I due bambini infatti sono stati registrati come figli della sola Laura Colucci, tanto è vero che nel 1883 (anno prima delle nozze ufficiali tra i due) si sposa la figlia Maria, utilizzando ancora il cognome Colucci. Raffaele Di Cristo muore a 75 anni nel 1917, nella casa di via Cairoli, contadino, già vedovo di Laura, della quale non conosciamo la data di morte.
Nicola e Caterina hanno solo due figli maschi. Francesco Nicola, nato nel 1832, e Nicolantonio, nato nel 1837, ma preceduto da tre fratelli omonimi morti in tenera età. Entrambi contadini, Nicolantonio nel giugno 1862 sposa Carmela Mastrogiacomo e questo sito seguirà la loro linea genealogica. Francesco Nicola sposa nel 1860 Laura Accettura vivono in piazza Garibaldi nella casa di proprietà di Vito Carlo Liberio e spesso nei suoi atti è presente il cognato Donato Brancaccio. Morirà nel 1894 nella casa di via Garibaldi a quasi 70 anni. Laura si risposa con Nicola Dragone e muore a 84 anni, vedova, nel 1919.
Nicola Colucci muore nell’agosto del 1848 nella casa di Don Vito Michele Lojacono in strada La Piazza, 66 anni, contadino, dichiara la morte il nipote omonimo. Questo significa che i ragazzi Colucci hanno vissuto gran parte della loro vita senza il padre, che ha assistito solo ai matrimoni delle due ragazze più grandi: ecco perché i due cognati maggiori, Pietro Lo Guercio e Donato Brancaccio, sono spesso presenti nei loro atti pubblici, a sostituzione del padre morto. Ma anche Caterina Macina vedrà poco del futuro dei suoi figli. Muore infatti nel dicembre del 1857, settantenne, dichiarano la morte il figlio Francesco, ventenne, e il genero Donato Brancaccio, entrambe contadini. Ad esempio non ha fatto in tempo ad assistere a quello che sicuramente sarà stato uno scandalo, cioè la gravidanza di Laura con un quindicenne.
Nicola Colucci muore nella casa di don Michele Loiacono in strada la Piazza nel 1848 e più tardi nel 1894 suo figlio Francesco Nicola muore nella casa della Piazza di via Garibaldi. Da questi dati si ricava che i Colucci hanno vissuto in quella che era il Votano, cioè un’area vuota a ridosso delle mura occidentali della città di Modugno “utilizzata per lavori agricoli come la trebbiatura del grano o «tipici lavori artigianali come quello dei fabbri e dei fiscolai»” (da Laura Cimaglia, “Modugno. Villa comunale di Piazza Garibaldi” da www.giardinidellapuglia.it, progetto Giardini Pubblici Storici della Puglia). Area acquitrinosa bonificata tra il 1853 e il 1855 proprio dal possidente Vito Michele Loiacono che vi fece costruire il Cisternone, oggi simbolo della città, una peschiera in cui raccoglieva l’acqua piovana e da cui poteva essere attinta liberamente.
Nicolantonio Colucci e Carmela Mastrogiacomo
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